Agosto 2023
Il Piano Strategico 2023-2029
Quasi 8 miliardi di euro di investimenti per alimentare la crescita di Italgas
Lo scorso 15 giugno Italgas ha presentato il Piano Industriale 2023-2029, che definisce il percorso di crescita del Gruppo dei prossimi anni.
Le priorità del mercato energetico hanno assunto aspetti di maggiore complessità in Europa dopo l’inizio della guerra in Ucraina: l’obiettivo della neutralità carbonica deve essere raggiunto garantendo, allo stesso tempo, sicurezza delle forniture di energia e costi competitivi per cittadini e imprese.
Italgas vede i suoi asset giocare un ruolo-chiave nella concreta realizzazione della transizione ecologica. Grazie a reti digitalizzate, flessibili e intelligenti, non solo in Italia ma anche in Grecia, Italgas potrà infatti favorire una diversificazione delle fonti energetiche che porti verso la decarbonizzazione a condizioni di efficienza e di competitività sul fronte dei costi.
Il know-how maturato nella distribuzione gas in Italia, grazie ai lungimiranti investimenti degli ultimi anni, permette oggi a Italgas di avere a disposizione competenze in termini di tecnologie di digitalizzazione e di capacità di innovazione che potranno essere applicate anche alla rete greca, oltre che al settore idrico e a quello dell’efficienza energetica, dove il Gruppo intende avere una posizione competitiva più forte in prospettiva.
Poniamo alcune domande alla responsabile Investor Relations di Italgas, Anna Maria Scaglia, per comprendere meglio l’impostazione di questo Piano, non solo nella logica che ha guidato le scelte di allocazione degli investimenti, ma anche per le ricadute che porterà in termini di valore per gli azionisti.
Nel nuovo scenario ci troviamo di fatto a fronteggiare non un dilemma, ma un “trilemma” dell’energia. Prima della guerra in Ucraina l’obiettivo era unico e chiaro: raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Oggi l’equazione è più complessa. Le imprese del settore sono chiamate a realizzare investimenti che non solo consentano una rapida transizione ecologica, ma allo stesso tempo garantiscano la sicurezza degli approvvigionamenti di energia a condizioni competitive.
Lo scenario attuale, per quanto complesso e sfidante, offre però a Italgas l’opportunità di giocare un ruolo-chiave. E infatti il Piano 2023-2029, mentre conferma che intendiamo essere un abilitatore di primo livello della transizione che va verso l’utilizzo dei gas rinnovabili, come ad esempio il biometano, ci vede fornire risposte concrete anche sugli altri punti della nuova agenda.
L’infrastruttura del gas assume un ruolo centrale nella risoluzione di questo trilemma. Se usate in modo efficiente, le reti infatti consentono il trasporto di diversi tipi di gas, inclusi quelli rinnovabili. Si tratta quindi essenzialmente di investire nei nostri asset mantenendo un atteggiamento neutrale rispetto alla tecnologia ed evitando approcci ideologici al ruolo dell’elettricità. Infatti, facendo leva sul sector coupling – ovvero sulla convergenza tra settore elettrico e settore del gas – potremo contemperare i tre obiettivi europei in termini di decarbonizzazione, sicurezza delle forniture e competitività del costo dell’energia.
Del resto il Piano REPowerEU, varato dalla Commissione Europea nel maggio 2022 per garantire all’Europa energia sicura, sostenibile e a prezzi accessibili, indica in modo esplicito il contributo atteso dal settore gas al 2030. La produzione di biometano è fissata a 35 miliardi di metri cubi nel 2030 – oltre il doppio rispetto ai 17 miliardi di metri cubi previsti nel Piano Fitfor55 alla stessa data – e a 88 miliardi di metri cubi nel 2050. Anche il contributo dell’idrogeno è previsto in forte aumento: 20 milioni di tonnellate nel 2030 secondo il REPowerEU e 85 milioni di tonnellate nel 2050. Allo stesso modo, l’Efficienza Energetica è attesa avere un peso ancora più significativo, con un target del 13% nel 2030.
Come ha detto il nostro CEO “La strategia rimane focalizzata sul trasformare i nostri asset per attuare la transizione energetica mentre puntiamo a massimizzare i ritorni per i nostri azionisti”.
Nonostante la complessità dello scenario, grazie a un’attenta allocazione degli investimenti, riteniamo di poter aumentare utile netto e EBITDA a un tasso medio dell’8% annuo in arco piano. Allo stesso tempo, i flussi di cassa generati ci permetteranno di riportare il livello di gearing sotto il 60%. Confermata anche la politica dei dividendi, che prevede la distribuzione del più alto tra un floor minimo di crescita annua del dividendo per azione al 4%, ora rispetto al livello del 2022 o la distribuzione del 65% degli utili per azione adjusted. Il pagamento di un dividendo basato sul payout permette agli azionisti di beneficiare della crescita attesa del business.
In Italia proseguiranno gli investimenti per completare la digitalizzazione della rete entro il 2024, anche nell’ottica di distribuire gas verdi in modo efficiente e sostenibile. Dedicheremo anche una porzione consistente alle gare ATEM. Nonostante i ritardi nei bandi riscontrati negli ultimi anni, nel lungo termine puntiamo sempre a conquistare una quota di mercato del 45%.
In Grecia sarà necessario investire per espandere e migliorare le potenzialità della rete, in modo da aumentare la penetrazione del servizio e rendere gli asset più digitalizzati. Saremo anche molto concentrati nel rendere il processo di integrazione con il Gruppo il più efficace e rapido possibile, facendo leva sul consolidato know-how maturato nelle attività in Italia.
Sul fronte dell’Efficienza Energetica, Italgas intende costruire una forte posizione competitiva. Dal momento che gli incentivi governativi italiani dell’Ecobonus sono destinati a esaurirsi, punteremo a preservare attraenti livelli di marginalità attraverso una selezione oculata di nuovi progetti da inserire in portafoglio e attraverso mirate operazioni di M&A.
Nell’area della gestione delle reti idriche, a valle del closing dell’acquisizione degli asset idrici di Veolia in Italia – per cui abbiamo siglato un accordo preliminare il 9 giugno 2023 – il Gruppo Italgas arriverà a servire 6,2 milioni di persone, ovvero circa il 10% della popolazione italiana: una piattaforma ideale su cui innestare future acquisizioni in questo business in cui nei prossimi anni potremo fare deployment della solida esperienza maturata nella distribuzione del gas.
Nel periodo 2023-2029, Italgas realizzerà complessivamente 7,8 miliardi di euro di investimenti, sostanzialmente in linea con gli investimenti previsti nel piano precedente al netto delle attività di M&A previste nel 2022. 4,6 miliardi di euro saranno destinati allo sviluppo, digitalizzazione e repurposing della rete di distribuzione del gas in Italia; ulteriori 0,9 miliardi di euro per lo sviluppo della rete di distribuzione del gas in Grecia, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione del Paese; 0,8 miliardi di euro saranno inoltre dedicati ad accelerare la crescita nei settori dell’idrico e dell’efficienza energetica; infine, 1,5 miliardi di euro saranno allocati nelle gare ATEM.
Certamente. Abbiamo infatti l’esigenza di intensificare il processo di trasformazione e innovazione tecnologica. Se guardiamo più in dettaglio come saranno allocati i 4,6 miliardi complessivamente dedicati alla distribuzione in Italia vediamo, infatti, che 1,6 miliardi di euro sono destinati agli investimenti che entro il 2024 ci permetteranno di avere un network digitalizzato al 100% e controllato da remoto al 90% attraverso un software proprietario, che abbiamo chiamato DANA, ovvero Digital Advanced Network Automation. Con questi CapEx riusciremo inoltre ad allacciare in rete circa 400 impianti di biometano e metteremo a punto una tecnologia di reverse flow verso la rete di trasporto che consentirà di accogliere il biometano non consumato a livello locale. Stiamo anche lavorando allo sviluppo di uno smart meter proprietario “H2 ready”: a partire dal 2025, perciò, contiamo di arrivare a installare circa 5 milioni di nuovi misuratori entro il 2029.
La porzione più importante degli investimenti in quest’area, pari a 2,9 miliardi di euro, sarà destinata alla prosecuzione delle attività di repurposing, sviluppo e miglioramento dell’infrastruttura esistente, inclusi gli investimenti in asset centralizzati.
L’aspetto di fondamentale differenza rispetto ai piani di investimento realizzati in passato riguarda il modo in cui andremo a identificare i singoli progetti di investimento. Ci sposteremo sempre di più verso la “smart maintenance”
Circa 170 milioni di euro saranno poi investiti per completare il processo di metanizzazione della Sardegna, con la costruzione delle ultime reti “native digitali” e la conversione a gas naturale delle reti oggi alimentate con aria propanata e GPL.
Infine, 100 milioni di euro sono dedicati a mirate operazioni di M&A.
È proprio così. Per questo avremo grande attenzione nel realizzare i 900 milioni di euro di investimenti pianificati nel periodo con una logica ben definita, che ci porti ad avere una infrastruttura completamente digitalizzata entro il 2029, smart come quella italiana, in modo da valorizzare il percorso di innovazione tecnologica e digitilizzazione compiuto in questi ultimi anni in Italia. In Grecia andremo perciò anche a installare i nuovi contatori, già predisposti per misurare i consumi dei nuovi gas su circa un milione di Punti di Riconsegna che stimiamo di raggiungere al 2029.
Desideriamo estendere la rete da 7.491 a circa 11.000 km e aumentare la penetrazione della distribuzione del gas, in particolare nell’area di Atene. Questo ci dovrebbe portare, in termini di RAB, da 0,7 a 1,2 miliardi di euro.
Per rendere il più efficiente possibile il processo di integrazione, agiremo per avere un’organizzazione snella e funzionale, in modo da fare leva sulle economie di scala. È già stata migrata sul cloud l’infrastruttura di due dei tre DSO che abbiamo in Grecia, mentre stiamo lavorando al progetto di fondere le tre società operative in una singola entità replicando il modello italiano per consentire una più efficace condivisione di competenze e di esperienze.
Sulla scorta del calendario attuale, abbiamo previsto di investire 1,5 miliardi di euro nel periodo di Piano per partecipare alle gare ATEM e per il successivo sviluppo delle concessioni che avremo acquisito. Siamo però consapevoli che, a causa dei ritardi da parte di chi deve indire le gare, ci saranno per Italgas importanti opportunità di crescita anche oltre l’orizzonte di questo Piano.
Queste sono risorse che andranno ad alimentare lo sviluppo nei settori dell’idrico e dell’efficienza energetica.
Complessivamente, rispetto al Piano precedente, abbiamo raddoppiato gli investimenti pianificati nel business della gestione del ciclo dell’acqua, portandoli a 400 milioni di euro. Il perfezionamento dell’acquisizione degli asset detenuti da Veolia in Italia, con società attive in Lazio, Campania e Sicilia, comporterà un esborso di circa 115 milioni. Facendo leva sulla massa critica raggiunta, selezioneremo nuove operazioni di M&A e applicheremo a tutti gli asset che man mano entreranno nel nostro perimetro le best practice e le tecnologie che abbiamo messo a punto nel business della distribuzione del gas, sfruttando le analogie tra i due business e gli overlap dal punto di vista geografico.
Continuiamo inoltre a investire in modo convinto nell’efficienza energetica, espressamente indicata come strumento per raggiungere gli obiettivi del REPowerEU, allocando oltre 300 milioni di euro per lo sviluppo di Geoside, la ESCo di Gruppo. Questo avverrà principalmente realizzando selezionate operazioni di M&A, che ci permettano di rafforzare la nostra posizione competitiva nei settori di riferimento: condomini, pubblico, industriale-terziario e captive – per quanto riguarda gli asset del Gruppo. L’obiettivo è quello di raggiungere una quota di mercato in Italia compresa tra il 6 e l’8% nel medio termine.
La somma degli investimenti operativi che saranno realizzati in Italia e in Grecia, insieme alle gare ATEM, alimenterà l’incremento della RAB, la Regulatory Asset Base, a un tasso del 4,8% medio annuo nel periodo di Piano, fino a raggiungimento di 11,3 miliardi di euro nel 2029. Anche escludendo il contributo delle gare, il tasso di crescita medio resterebbe sostenuto, nell’ordine del 3,1%, consentendo alla RAB di raggiungere 9,9 miliardi di euro a fine Piano.
La quota di mercato di Italgas in Italia di riflesso aumenterebbe dal 34% del 2022 al 45% circa del 2029 includendo le gare, attraverso un incremento dei punti di riconsegna, che passerebbero dai 7,8 milioni del 2022 ai 9,7 milioni nel 2029, con un tasso medio ponderato di crescita del 4,1%. Escludendo il contributo delle gare d’ambito, il numero dei punti di riconsegna si attesterebbe a 8,4 milioni nel 2029.